Ordine della Fenice Templari di Sant'Egidio


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Breve storia Templare

Cenni storici

La prima vera battaglia Templare fu con il secondo Gran Maestro, Roberto di Craon, nel 1138 a ecua, vicino Ghaza, dove i Templari ebbero una gravosa sconfitta, dovuta al fatto che i comandanti Crociati non vollero ritirarsi dopo aver conquistato la città (opzione consigliata da Roberto di Craon, visto che la città non era sufficientemente fortificata) dando il tempo ai musulmani di riorganizzarsi e di reagire compiendo un vero e proprio massacro.
La situazione in TerraSanta comunque non era delle migliori, un incredibile condottiero islamico ominava la scena: Zengi, un uomo che riuscì a riunire gli sceiccati mettendo assieme un formidabile esercito pronto a tutto pur di riconquistare le terre una volta loro. Zengi iniziò fra i musulmani la predicazione della "jihad" o guerra santa, incitandoli alla riconquista dell'intero Oriente. Alla testa del suo esercito, nel 1128 si impadronì di Aleppo e il Principato di Antiochia, fino a conquistare nel 1144 Edessa e tutta la sua Contea.
La caduta di Edessa provocò un grande scalpore in Europa Baldovino III chiese al Papa Eugenio III di bandire un'altra crociata, cosa che avviene il primo dicembre 1145 con le relative bolle pontificie.


San Bernardo di Chiaravalle girò l'Europa infiammando le folle e i Re (tra cui Corrado III di Germania, che inizialmente non voleva partire). Le truppe Crociate quindi partirono. Dopo molte peripezie (non è questa la sede per dilungarmi) si ritrovarono a Gerusalemme Luigi VII, Corrado III, Il Gran Maestro Templare, quello degli Ospitalieri e quello dei Teutonici, che insieme presero la decisione di attaccare e conquistare Damasco. Gli eserciti Crociati vennero schiacciati da Nur-Ed-Din (successore di Zengi) e dal suo esercito che non risparmiarono nessuno: sia il terreno che le strategie di battaglia furono a favore dell'esercito musulmano.
Importantissimo fu l'avvenimento del 1150, quando Baldovino III dopo aver fatto fortificare la città di Gaza la donò ai Templari, perché la difendessero e perché facessero sentinella al sud della Palestina. Ci fu una vera e propria "Crociata di pietra" a questo punto: per contrastare la riscossa islamica i Templari (come anche gli Ospitalieri e i Teutonici più tardi) allestirono una poderosa catena di castelli, in posizioni strategiche. Le fortificazioni riproducevano la struttura delle Chiese Templari. Queste ultime (rigorosamente ispirate alla Cupola) traducevano a loro volta in pietrala Croce Patente, emblema dell'Ordine. Le Chiese infatti irradiavano quattro bracci dall'altare del Sacrificio, schema probabilmente anche ripreso dai Cistercensi, ed avevano tutte delle cifre simboliche rituali, come ad esempio l'orientazione dell'edificio (cioè la sua disposizione, secondo costanti astronomiche), la disseminazione di richiami sia scultorei che iconografici alla luce solare ed alla sua lotta contro le Tenebre, la Croce patente ecc… (vedi anche il paragrafo "Misteri Templari").
Alla stessa stregua erano le fortezze Templari, normalmente a piantaquadrata con quattro possenti torrioni a guardia degli angoli della fortezza… anche loro erano piene di richiami simbolici e cifre iniziatiche, nulla era lasciato al caso, anche il più piccolo particolare aveva un suo significato intrinseco e probabilmente "esoterico".

Nel 1177 furono però proprio i Templari al seguito di Re Baldovino IV il Lebbroso a far ripiegare 25.000 uomini di Saladino, presso Ascalona e, ancora, a batterlo presso Montgisard, costringendolo alla fuga, quasi da solo, a dorso di un cammello. Una straordinaria vittoria se si pensa alla difficoltà del terreno e all'inferiorità numerica dei Crociati.
Nel 1178, Baldovino fece costruire una fortezza, chiamata "Guado di Giacobbe", che fu affidata ai Templari. Tutto sembrava calmo, ma nel febbraio del 1179 Saladino attaccò ed invase la Galilea, senza però tener conto della resistenza della fortezza templare del "Guado di Giacobbe", che non cadde, ed impedì a Saladino di raggiungere Gerusalemme. Ma non era finita qui: il 10 giugno 1179, presso Mesaphat, l'esercito cristiano di Raimondo III ed i Templari si scontrarono con l'esercitomusulmano. Fu un massacro, tanto che Saladino poi conquistò il Guado di Giacobbe, giustiziando tutti i templari di stanza nella fortezza, e prendendo prigioniero il Gran Maestro, Odo di Saint-Amand, che però non volle che fosse pagato nulla per il suo riscatto, e finì i suoi giorni morendo di fame e di stenti nel carcere di Damasco.
Tra il 1182 ed il 1186 (anno della morte di Baldovino IV) si susseguirono altri successi Templari, ma si trattava però di vittorie di Pirro: ogni battaglia ne assottigliava le file, insieme a quelle degli altri Crociati e Ordini Cavallereschi…
Infatti nel 1187 ci fu una storica sconfitta dei Crociati, di cui non posso non parlare. Saladino raduna ed organizza il più grande esercito che si sia mai visto: fra cavalieri, arcieri e fanti, oltre 30.000 uomini erano agli ordini del condottiero musulmano (le stime più alte arrivano a 60.000 uomini), da opporre agli eserciti Crociati, per riconquistare Gerusalemme.
La vera battaglia si svolse ai corni di Hattin il 4 Luglio 1187. L'esercito Crociato dopo vari giorni di dura marcia e senza acqua (l'unica risorsa d'acqua era presidiata dai musulmani) si scontrano con l'esercito di Saladino. Non starò qui a descrivere la battaglia, però Saladino riuscì ad accerchiare l'esercito Cristiano che fra l'altro non aveva un'unica guida, ma ogni reggimento aveva un suo capo. Gli Ospitalieri erano guidati da Ruggero de Molinis, i Templari da Ridefort e le altre truppe Cristiane da Rinaldo di Chatillon e da altri Baroni; così diviso l'esercito Cristiano perse molto in efficacia e se ci si aggiungono la stanchezza e la sete si capisce bene perchè i Cristiani furono duramente battuti.

Vorrei sottolineare una frase detta da Saladino a conclusione di questa battaglia quando doveva decidere di cosa fare dei prigionieri Templari e Ospitalieri: "Voglio purgare la Terra da questi guerrieri immondi che non rinunciano mai alla loro ostilità, non rinnegano mai la loro fede e non saranno mai utili come schiavi"… Saladino sembrava dimenticare la sua proverbiale magnanimità di fronte ai monaci-guerrieri che infatti fece uccidere o marcire in buie celle… e pensare che in seguito i Templari furono accusati dal Re di Francia di rinnegare il Cristo nell'iniziazione all'Ordine: già il solo odio da parte di Saladino nei confronti dei Templari fa cadere qualsiasi accusa di eresia, ma ne parlerò più tardi.
Questa sconfitta portò a non poche ripercussioni per i Regni Cristiani in TerraSanta. Fra l'altro si racconta anche che in questa battaglia fu persa per sempre la Vera Croce, che cadde in mani musulmane. Eliminato il grosso dell'esercito Cristiano Saladino aveva ormai la strada aperta verso Gerusalemme. Una dopo l'altra, cadono in mano araba Tiberiade, Acri, Nablus, Giaffa, Sidone ed Ascalona. Rimaneva Gerusalemme. Dopo alcune settimane di assedio, il 2 ottobre 1187 la Città Santa cade nelle mani di Saladino.
La crociata che ne seguì, guidata dal famoso Riccardo Cuor di Leone e da Federico Barbarossa (che morì annegato prima di arrivare in TerraSanta) si risolse soltanto con un patto con i musulmani che lasciarono una striscia di terra sul mare ai Cristiani da Tiro a Giaffa, come porto per lo scalo dei pellegrini. La città Santa era però in mani musulmane e Saladino fece abbattere tutte le croci ed in generale i segni Cristiani nella città, sostituendoli con mezzelune e simboli sacri all'islamismo. Saladino però si mostrò magnanimo con la popolazione di Gerusalemme che non venne massacrata, ma venne risparmiata, anche se dietro il forte pagamento di un riscatto. La scomparsa dei protagonisti degli ultimi anni di guerra (Saladino nel Marzo del 1193, il nuovo Gran Maestro del Tempio Roberto di Sablé, poco dopo Corrado di Monferrato, pugnalato da due "assassini" il 28 aprile 1192) anziché spianare subito la via ad intese pacifiche produsse l'inconsueta contrapposizione tra i diversi Ordini religioso cavallereschi e precisamente tra Ospitalieri e Templari, accusati dai primi d'essersi impadroniti dell'eredità di un loro cavaliere nel territorio di Margate.

Dopo la caduta di Gerusalemme e di tutto il regno, il 6 aprile 1291 Acri fu assediata da oltre 50.000 uomini. La guarnigione templare tenne duro: il 18 maggio tutta Acri era in mano musulmana, tranne la fortezza dove si erano arroccati gli ultimi 150 Templari. Tennero testa a tutti gli attacchi per dieci
giorni, fino a quando i musulmani non riuscirono a forzare le difese, sfruttando anche il loro numero elevato. Morirono tutti quanti, compreso il loro Gran Maestro Guillaume de Beaujeu (si dice combattendo fianco a fianco con il Gran Maestro degli Ospitalieri), tranne una decina che riuscirono a
scappare… per finire di lì a poco in mano ai carnefici francesi (questo fatto lo spiegherò meglio nella sezione "Il Processo Infame"). La caduta di San Giovanni d'Acri era stata preceduta da quella della Rocca Bianca, a Safila, baluardo dei Templare, e del Krak des Chevaliers, pilastro degli Ospitalieri, anche se in quest'ultimo caso la fortuna giocò a favore dei musulmani, infatti fu a causa di un terremoto che una parte delle mura crollò, permettendo agli islamici di penetrare all'interno della fortezza, altrimenti considerata inespugnabile!
Nel 1303 anche l'isoletta senz'acqua di Ruad, dopo 13 anni di resistenza, venne evacuata. Tutta Outremer era tornata sotto il dominio islamico, anche se ciò non significava la conversione di tutta la popolazione all'Islam.
L'avventura cristiana in Terrasanta era definitivamente terminata. Gli eserciti europei non metteranno più piede in TerraSanta fino ai nostri giorni, anzi, fino al XVIII secolo l'Europa stessa fu minacciata da attacchi musulmani (cito ad esempio Solimano). In due secoli i Templari avevano lasciato sul terreno dei Regni Cristiani d'oriente oltre 12.000 cavalieri, 12.000 guerrieri dediti alla Croce, alla difesa dei pellegrini e al loro ideale di tolleranza… Il Tempio si ritirò a Cipro dove vennero eletti due Gran Maestri: Thibaud Gaudin nel 1291 e nel 1294 Jacques de Molay, l'ultimo Gran Maestro.


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